Diagnosi differenziale attacchi di panico. Come puoi distinguere gli attacchi di panico da altre manifestazioni simili
La diagnosi differenziale attacchi di panico è indispensabile per distinguere un vero e proprio attacco di panico da altre sindromi simili. La presenza di sintomi somatici come dolori in sede precordiale, senso di soffocamento e di costrizione in sede toracica, rendono in primo luogo necessaria la diagnosi differenziale attacchi di panico con le manifestazioni acute della malattia coronarica (Franceschina et al. 2004). In questo caso, i principali fattori che consentono una corretta diagnosi differenziale sono il riscontro di una rapida risoluzione del disturbo e di un’attività elettrocardiografica negativa; durante l’attacco di panico o immediatamente dopo si riscontra esclusivamente una tachicardia sinusale ed un temporaneo aumento dei valori pressori (Franceschina et al., 2004).
A proposito della diagnosi differenziale attacchi di panico, gli attacchi di panico devono inoltre essere distinti dalle manifestazioni d’ansia. Secondo Franceschina, Sanavio, Sica (2004), tra i fattori che permettono di distinguere l’attacco di panico dalle altre manifestazioni d’ansia vi è, nel primo, la convinzione, riportata dal soggetto almeno al momento dell’attacco, della natura “fisica” dei sintomi. Gli autori ricordano che:
- nella varie manifestazioni d’ansia gli aspetti cognitivi ed emozionali (apprensione, preoccupazione, tensione, incapacità di concentrazione) prevalgono su quelli fisici;
- nell’esperienza soggettiva dell’attacco di panico viene invece posto l’accento sui sintomi strettamente fisici
Nel caso degli attacchi di panico il paziente tende dunque a descrivere l’attacco soprattutto in termini di sintomi somatici e in riferimento ad organi e malattie, tra cui le più temute sono gli ictus cerebrali e infarti miocardici. Meno frequentemente il paziente descrive la paura di incorrere in eventi irreparabili di natura mentale, come impazzire o perdere il controllo di sé (Franceschina et al., 2004).
La manifestazione d’ansia, inoltre, presenta una ridotta sintomatologia rispetto all’attacco di panico e la sua natura emozionale viene percepita chiaramente dal paziente (Franceschina et al., 2004).
Sempre a proposito della diagnosi differenziale attacchi di panico e sulla stessa linea di pensiero, Rapee (1987) ribadisce la differenza tra attacchi di panico ed ansia generalizzata, ricordando che, mentre il paziente con attacco di panico riporta un’interpretazione catastrofica delle sue sensazioni somatiche che, ad esempio, può percepire come l’ indice di malattie cardiache, i soggetti con stato d’ansia generalizzata hanno la consapevolezza che i loro sintomi sono il risultato dell’ansia e pertanto manifestano una scarsa paura di essi.
Come ricordano Franceschina et al. (2004), dopo una corretta diagnosi differenziale attacchi di panico che chiarisca la presenza effettiva di un attacco di panico, è utile che il medico fornisca al soggetto informazioni, spiegazioni esaurienti e rassicurazioni rispetto ai temuti sintomi fisici. Questo tipo di intervento può avvenire nel momento in cui si sta verificando l’attacco di panico o quando questo si sia già concluso.
Questa fase di informazione è molto delicata, soprattutto quando il paziente è troppo intimidito o spaventato per rivolgersi direttamente al medico ponendogli delle domande.
Se, inoltre, si tratta della prima esperienza di attacco di panico, tendenzialmente il soggetto si mostra piuttosto restio ad accettare spiegazioni di natura psicologica; potrà dunque dubitare delle conclusioni diagnostiche e pensare che il medico abbia sottovalutato la gravità dell’esperienza da lui vissuta (Franceschina et al, 2004).